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Ernia inguinale: consigli per chi è in attesa dell’intervento chirurgico

Un’ernia inguinale di tipo primitivo e senza complicanze è considerato un intervento programmabile. In generale quindi i tempi di attesa dalla diagnosi possono essere molto lunghi per un intervento con il Sistema Sanitario Nazionale, anche di due anni.

Il momento storico non è poi favorevole poiché a causa del COVID-19 e dei rischi legati alla sua diffusione negli ambienti ospedalieri tutti gli interventi non urgenti sono stati posticipati con inevitabile allungamento dei tempi di attesa.

L’intervento chirurgico è purtroppo l’unica soluzione per risolvere definitivamente un’ernia inguinale, non esistono rimedi farmacologici o di altra natura, e il paziente deve quindi imparare a convivere con l’ernia inguinale per un bel po’ di tempo se può eseguire l’intervento solo negli ospedali.

Voglio comunque tranquillizzare i pazienti perché è possibile seguire alcune utili indicazioni e adottare una serie di correttivi per evitare un peggioramento dell’ernia inguinale nell’attesa.

  • Evitare di appesantirsi troppo con il cibo
  • Evitare la stipsi per tenere l’intestino pulito da residui che potrebbero bloccarsi nella tumefazione
  • Evitare di sollevare pesi chinandosi: in questo modo infatti si vanno ad utilizzare i muscoli dell’addome aumentando la pressione nella cavità addominale. Molto meglio in generale farlo piegando le gambe e sfruttando così la potenza muscolare di braccia e gambe per alzarlo
  • Se si prova un po’ di dolore, far rientrare la tumefazione con una manovra manuale da sdraiati. In posizione di riposo, l’ernia infatti tende a rientrare nel sacco dei visceri attraverso il foro che si è creato se questo è sufficientemente largo e non cicatriziale (quindi datato negli anni).

Consigli in attesa di intervento ernia inguinale

Peggioramento ernia inguinale: i campanelli d’allarme

Può capitare che, nonostante le attenzioni, durante il tempo di attesa per l’intervento l’ernia inguinale evolva in situazioni più o meno complicate e pericolose che richiedono una nuova valutazione dell’urgenza.

Comparsa del dolore: il dolore – all’inizio molto blando - col tempo peggiora e diventa anche molto forte.

Indurimento delle tumefazioni: normalmente sono abbastanza morbide, ma iniziano ad essere sempre più dure alla palpazione

Non rientranza della protrusione: a paziente disteso sul letto, non è possibile far rientrare la tumefazione con una manovra manuale. Se questo non accade, significa che l’anello è troppo stretto rispetto alla quantità di visceri fuoriusciti oppure ci troviamo in presenza di aderenze. Queste situazioni sono particolarmente pericolose perché si tratta di ernia incarcerata che porta all’ernia strozzata che richiede un intervento in urgenza. La buona notizia è che tale intervento è fatto in qualunque ospedale.

Temi un peggioramento? Richiedi subito una visita chirurgica al Prof. Campanelli per valutare insieme una eventuale urgenza

 

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